Con il termine pet therapy, si intende una terapia basata sull’interazione uomo-animale, che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo.
La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare un rapporto emotivo con il paziente e stabilire tramite questo rapporto sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico, sia stimolare la partecipazione attiva del paziente.
È nel 1960 che lo psichiatra infantile Boris Levinson enunciò per la prima volta le proprie teorie circa i benefici psico-fisici derivanti dalla compagnia di alcuni animali, come egli stesso riscontrò con alcuni suoi pazienti in cura.
Oggi la pet therapy, che solo recentemente ha ottenuto il giusto riconoscimento, trova ampia applicazione in svariati settori socio-assistenziali, tra i quali case di cura, di riposo, corsie di ospedali, comunità psichiatriche.
Tra gli animali maggiormente scelti per operare negli interventi assistiti con gli animali, vi sono il cane, gatto, coniglio, cavallo ed asino. Tuttavia è fondamentale individuare l’animale adatto per il singolo paziente, poiché ogni patologia, disposizione e preferenze personali, capacità psico-fisiche e presenza di possibili fobie specifiche, possono dirigere la scelta dell’animale da una parte piuttosto che un’altra. Ogni animale ha i suoi pregi, per tale ragione occorre individuare con saggezza quello maggiormente idoneo al soggetto, scegliendolo tra fedeli collaboratori come loro sanno essere.