Attacchi di panico

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Gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia, durante il quale si presentano una serie di sintomi somatici e cognitivi.

Chi sperimenta gli attacchi di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, seguita successivamente da forte ed intensa paura che possano ripresentasi nuovi attacchi. Si parla infatti di disturbo di panico quando la paura della paura instaura un circolo vizioso dal quale risulta difficile sottrarsi. Ciò impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane e a poco a poco rende difficile e ansiogeno uscire di casa da soli, viaggiare sui mezzi pubblici, guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in luoghi affollati ecc.

panico cataniaQUALI SONO I SINTOMI DEGLI ATTACCHI DI PANICO?

  • Palpitazioni, tachicardia;
  • Paura di perdere il controllo, morire o impazzire;
  • Sensazioni di sbandamento, instabilità, capogiri e vertigini;
  • Tremori;
  • Sudorazione;
  • Sensazione di soffocamento;
  • Dolore o fastidio al petto;
  • Sensazioni di de-realizzazione (percezione che il mondo esterno siastrano e irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e de-personalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dal proprio corpo e dai propri pensieri;
  • Brividi o vampate di calore;
  • Intorpidimento o formicolio (Parestesie);
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Sensazione di asfissia.

TRATTAMENTO

Durante un attacco di panico, i sintomi si accompagnano a pensieri catastrofici automatici ed  incontrollati che riempiono la mente della persona impedendo una corretta gestione delle emozioni. Imparare a gestire gli attacchi di panico è il primo passo da compiere in un percorso volto a migliorare il proprio benessere psico-fisico. Quando un attacco di panico è in corso la sensazione è quella che uscirne sia impossibile, in realtà si tratta di un evento transitorio che si conclude entro un certo lasso di tempo, generalmente non oltre i 30 minuti.

La ricerca scientifica ha dimostrato che la psicoterapia maggiormente efficace nel trattamento dei disturbi d’ansia e di conseguenza anche per gli attacchi di panico, è quella cognitivo-comportamentale. Attraverso l’analisi e l’aumento di consapevolezza sulle modalità di pensiero utilizzate e mediante l’apprendimento di modalità di pensiero  e comportamento più funzionali e l’autoregolazione delle proprie emozioni, è possibile spezzare il circolo vizioso che alimenta il disturbo. Inoltre attraverso metodologie altamente innovative come il Biofeedback, è possibile monitorare le proprie emozioni e apprendere come controllarle.

 

Le Fobie specifiche

La fobia è un’intensa paura di qualcosa che viene percepito come minaccioso o intollerabile, quando in realtà comporta un pericolo minimo o inesistente. Quando essa diventa particolarmente invalidante e impedisce un adeguato svolgimento delle attività lavorative, relazionali e sociali, si sfocia nel disturbo. Le fobie specifiche rientrano tra i disturbi d’ansia, in quanto la caratteristica principale è la presenza di elevati livelli d’ansia in presenza di uno stimolo fobico o al solo pensiero che esso possa presentarsi.

Esistono numerose tipologie di fobie, tutte accomunate dall’essere paure irrazionali, spropositate ed incontrollabili, pur riguardando stimoli differenti.

fobie psicologo Catania

QUALI SONO LE FOBIE PIU’ COMUNI?

  • FOBIA DEGLI ANIMALI: intensa paura e terrore scatenato dalla presenza o dalla possibilità che si presentino alcune specie di animali come ad esempio serpenti, ragni, roditori, piccioni, insetti, cani ecc.
  • FOBIA DEGLI EVENTI NATURALI: intenso terrore scatenato da elementi che si trovano in natura come l’altezza, i temporali, l’acqua, il buio ecc.
  • FOBIA SITUAZIONALE: paura intensa ed eccessiva scatenata da trovarsi in specifiche situazioni quali ad esempio trovarsi in luoghi chiusi (claustrofobia), usare gli ascensori, paura di prendere un aereo, trasporti pubblici, tunnel ecc.
  • FOBIA DEL SANGUE E DELLE PROCEDURE MEDICHE: intensa paura e terrore alla vista o all’immaginazione di sangue, aghi, ferite, procedure mediche invasive ecc.

SINTOMI DELLE FOBIE 

fobia cataniaLa sola vista dello stimolo temuto o al pensiero  che esso possa presentarsi, chi soffre di fobie sperimenta sintomi fisiologici quali: tachicardia, vertigini, disturbi gastrici e urinari, nausea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, spossatezza

TRATTAMENTO 

Il trattamento più comunemente utilizzato e più efficace per le fobie consiste nel seguire un percorso terapeutico cognitivo comportamentale. Tra le metodologie adoperate vi è la desensiblizzazione sistematica ovvero attraverso una graduale e competente esposizione allo stimolo fobico in immaginazione o in vivo, sarà possibile acquisire il controllo e apprendere ad autoregolare le proprie emozioni.  Secondo il National Institute of Mental Health, circa il 75% delle persone superano le proprie fobie attraverso la terapia cognitivo comportamentale.

Affrontando ripetutamente le paure in modo competente e graduale ( non basta esporsi semplicemente agli stimoli temuti) si comincia a comprendere che la situazione anche se sopportata con disagio, non è pericolosa come pensato inizialmente. Gradualmente la percezione di non essere più succubi delle proprie fobie restituirà un senso di controllo si se stessi.

Qualunque tipologia di fobia può essere ridotta e superata con l’aiuto di un professionista. Se pertanto vivete nel terrore per colpa di una fobia, non disperate, attraverso un trattamento adeguato potete risolvere le vostre paure.

Disturbo Ossessivo Compulsivo

Disturbo ossessivo compulsivo catania

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è un disturbo caratterizzato dalla presenza di pensieri, idee, immagini intrusive, persistenti ed incontrollabili (definite pertanto ossessioni), e dalla sensazione della persona di sentirsi obbligata a dover ripetere di continuo certi atti, gesti, comportamenti (compulsioni). Tali aspetti generano forte disagio e interferiscono notevolmente con lo svolgimento delle attività quotidiane, lavorative e relazionali.

Molti individui hanno in qualche misura comportamenti ossessivi, come ad esempio controllare e mettere in ordine, che però non interferiscono particolarmente con la loro vita. Tali comportamenti sfociano invece nella patologia quando i “rituali” raggiungono livelli più gravi, diventano particolarmente invasivi ed invalidanti e la persona perde molto tempo per metterli in atto.

Le ossessioni maggiormente diffuse riguardano:

  • La paura di entrare in contatto con oggetti sporchi o sostanze contaminate;
  • Il dubbio di non aver controllato a sufficienza se le porte sono chiuse, se la luce ed il gas sono spenti;
  • La paura di poter mettere in atto comportamenti aggressivi verso se stessi o gli altri;
  • Avere immagini o pensieri sessuali espliciti o violenti;
  • L’ordine eccessivo e la simmetria, ad esempio mettere tutti gli oggetti in fila per colore o dimensione o camminare seguendo le mattonelle;
  • Superstizione con eccessiva attenzione a qualcosa considerata fortunata o sfortunata.

Le compulsioni, invece, vengono emesse in quanto ci si sente “obbligati” e hanno lo scopo di neutralizzare e ridurre l’ansia che l’ossessione sta provocando.
Alcuni esempi di compulsioni possono essere:

  • Trascorrere molto tempo a lavare o pulire;
  • Controllare ripetutamente serrature, elettrodomestici ed interruttori;
  • Controllare eccessivamente se i propri cari siano al sicuro;
  • Contare o ripetere alcune parole o emettere rituali per ridurre l’ansia;
  • Ordinare o disporre le cose in un certo modo;
  • Pregare eccessivamente o impegnarsi in rituali religiosi innescati dalla paura di idee blasfeme.

TRATTAMENTO

Le ossessioni e le compulsioni creano un circolo vizioso dal quale risulta molto difficile sottrarsi. La terapia cognitivo comportamentale è riconosciuta come il trattamento d’elezione per i problemi ossessivi e comporta una percentuale di ricadute inferiore rispetto a coloro che utilizzano esclusivamente farmaci.

Comprendere la dinamica che innesca il rituale e trovare alternative per non sentirsi più costretti ad emettere certi comportamenti si rivela di fondamentale importanza per spezzare il circolo vizioso in cui si trova costretto chi soffre di DOC.

Attraverso tecniche cognitivo-comportamentali è infatti possibile modificare taluni schemi disfunzionali riducendo in modo permanente la comparsa dei sintomi ossessivo compulsivi, grazie all’apprendimento di tecniche che insegnano come gestire l’ansia senza dover necessariamente emettere il rituale.

Biofeedback e Autoregolazione Emotiva

Biofeedback e Autoregolazione emotiva

Nella vita di tutti i giorni quando sperimentiamo situazioni di forte ansia, stress, attacchi di panico o i nostri pensieri ci portano a vivere con malessere, pur rendendoci conto che il nostro corpo sta reagendo con modifiche nel respiro, battito cardiaco, pressione arteriosa ecc, spesso abbiamo la sensazione di non sapere cosa stia accadendo e soprattutto di non sapere come calmarsi ed autoregolarsi.

Una metodologia che permette di osservare e acquisire consapevolezza di alcuni processi psicofisiologici che normalmente sono al di fuori del controllo volontario, permettendo di apprendere come controllarli ed autoregolarli, è il biofeedback
Questa metodologia indolore, non invasiva e priva di effetti collaterali, permette a ciascun individuo di “ascoltare e vedere con i propri occhi” ciò che il nostro corpo ci sta comunicando. Attraverso piccoli sensori posti a contatto con i polpastrelli delle dita della mano, in grado di registrare la microsudorazione, vengono trasmessi segnali allo schermo di un computer e grazie all’apprendimento di strategie di autoregolazione è possibile imparare ad autoregolare le proprie funzioni corporee e generalizzare al contesto di vita quotidiano , quanto appreso insieme in studio. Ciò significa non essere più succubi di attacchi di panico, pensieri intrusivi, ossessioni che costringono a compiere certi rituali compulsivi, significa inoltre migliorare il proprio benessere psicofisico e le proprie prestazioni professionali, sportive e scolastiche.

Perché ricorrere al Biofeedback?

  • E’ una metodologia innovativa e con ampi studi scientifici alle spalle che dimostrano la sua efficacia nel migliorare rapidamente i sintomi;
  • Attraverso feedback acustici (suoni) e visivi (grafico) è possibile ottenere un riscontro circa il processo di autoregolazione in corso;
  • Fornisce informazioni sui livelli di ansia o attivazione emozionale (arousal), insegnando a riconoscere le situazioni che causano malessere e le cause cognitive, emotive e comportamentali alla base del disagio, e potenziando le capacità di gestirle tramite strategie funzionali;
  • Le ricerche scientifiche dimostrano che le tecniche cognitivo-comportamentali sono le più efficaci per risolvere disturbi di varia natura e i cambiamenti ottenuti con queste tecniche si mantengono a lungo nel tempo.

conseguenze del trattamento dei Disturbi con Biofeedback

  • Disturbi d’ansia: Riduzione dei livelli di ansia e dei pensieri disfunzionali quali ad esempio preoccupazione, paure, dubbi, panico e sviluppo di competenze di coping funzionali;
  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo: Riduzione dei pensieri ossessivi e sviluppo di competenze funzionali al fine di non emettere i rituali;
  • Disturbi dell’umore: Miglioramento nella gestione dei sentimenti di tristezza, sviluppo delle capacità decisionali e di problem solving;
  • Disturbo Bipolare: Acquisizione di consapevolezza sulle situazioni che attivano i sintomi e monitoraggio dell’attivazione emotiva ai fini della prevenzione di ricadute;
  • Disturbo dell’alimentazione: Rieducazione alimentare e acquisizione dell’autocontrollo emotivo finalizzato al coping nei confronti delle abbuffate;
  • Disturbi sessuologici: Risoluzione dell’ansia in grado di provocare impotenza psicogena e vaginismo;
  • Disturbi psicosomatici: Acquisizione di strategie per migliorare l’autoregolazione attraverso la riduzione dell’attivazione emotiva.

Se sei interessato a conoscere la tecnica del Biofeedback o desideri iniziare un trattamento innovativo contattami

Psicologi in Piazza

Anche quest’anno l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, ha aderito e promosso la Giornata Nazionale della Psicologia, in concomitanza con la giornata mondiale della salute mentale. Giorno 20 Ottobre 2019, infatti, si è svolto a Palermo in Piazza Verd, l’evento “Psicologi in Piazza” il cui tema quest’anno è stato Psicologia e Diritti Universali. La Psicologia dà vita ai diritti!”.

In un clima di festa e partecipazione, sono state molteplici le attività di promozione della persona, delle relazioni umane e del benessere. Tra momenti di intrattenimento, musica e flashmob, si sono succeduti interventi e dibattiti sulla tematica dei diritti di cui ciascun individuo è portatore ma di cui occorre maggiore consapevolezza affinchè vengano davvero riconosciuti.

Prendere parte a tale evento è ogni anno fonte di confronto e scambio, gioia ed emozione, crescita e soddisfazione.

Di seguito alcune foto che hanno caratterizzato la giornata a cui ho preso parte con immensa gioia ed entusiasmo.

Arte e Depressione

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La depressione è una patologia difficile da comprendere e da spiegare agli altri, caratterizzata da stati d’animo e pensieri di infelicità, tristezza, stanchezza e malessere generale. Essa può compromettere notevolmente lo svolgimento della vita quotidiana, interferendo su lavoro, famiglia e relazioni sociali.

Alcuni illustratori hanno cercato di rappresentarla graficamente e i risultati sono di grande impatto. Voi cosa ne pensate?Se vi va scrivetelo nei commenti  #depressione #tristezza #disturbidellumore #psicologia #psicoterapia#terapiapsicologica #psicologoacatania #catania #arte #illustrazioni#salutementale #disagiopsicologico 

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Consulenza psicologica online

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Oltre alle consulenze e servizi in studio, è attivo un servizio di consulenza psicologica online per coloro che:

  • sono impossibilitati a raggiungere lo studio;
  • si trovano in altre città d’Italia;
  • spesso per lavoro viaggiano;
  • si sentono maggiormente a proprio agio rimanendo nella propria abitazione;
  • sono italiani all’estero.

Il Servizio viene effettuato tramite i principali strumenti di messaggistica/chiamata/ videochiamata quali Skype, Hangout o altri mezzi informatici.

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Le fasi del lutto

lutto cataniaTra gli eventi maggiormente spiacevoli nell’arco della vita, vi è senza dubbio il vivere la perdita di una persona cara.

Apprendere una notizia del genere, provoca immancabilmente sgomento e incredulità, accompagnate da un senso di disperazione. Sensazioni di stordimento caratterizzano questa prima fase di shock che può durare da qualche ora a qualche giorno con importanti emozioni di rabbia e dolore. In questa fase, inoltre, possono emergere meccanismi di negazione, di evitamento del ricordo o di fuga, meccanismi che la mente mette in atto per difendersi e aggirare il dolore. Non di rado capita di sperimentare fenomeni allucinatori visivi e/o uditivi, quali sentire la voce del proprio caro, i suoi passi a rientro a casa, suoni e rumori familiari appartenenti alla quotidianità del proprio defunto o avere la percezione che qualcuno si aggiri dentro casa.

Tali meccanismi sono normali e non devono essere considerati problematici, in quanto il lutto stesso non è una patologia ma un processo delicato che richiede tempo, e porterà gradatamente la persona ad accettare la perdita del proprio caro. In questa fase è fondamentale accogliere il dolore e riconoscere le proprie emozioni, dar sfogo ai propri stati d’animo e per chi circonda il sofferente, non forzare né incoraggiare a tutti i costi a star meglio. Sono, inoltre, da evitare frasi che “negano” e”bloccano” la normale espressione delle emozioni.

Con il trascorrere del tempo, la persona comincia a prendere atto della realtà della perdita, oscillando tra angoscia e disperazione da un lato, e rifiuto di tale consapevolezza dall’altro. Il senso di speranza continua ad esser presente, così come l’attesa e il desiderio che il proprio caro possa ritornare. Questa fase è molto più ampia in ordine di tempo, può infatti durare da qualche mese a qualche anno, e dal punto di vista psicologico può esser caratterizzata da irrequietezza ed eccessiva preoccupazione verso il proprio caro che non c’è più. Tra le emozioni preponderanti in questa fase, vi è inoltre la rabbia. Essa può essere rivolta verso sé stessi, verso amici o familiari, verso cause naturali o circostanze di vita, oltre che verso le cause del decesso. Sono, infatti,  molti i pensieri di ingiustizia, impotenza e perdita di controllo. Per tale ragione anche in questa fase, è fondamentale il ruolo svolto da chi circonda la persona quotidianamente. E’ infatti importante accogliere le emozioni provate, permettere la loro espressione senza provare sentimenti di colpa.

Dover convivere con tali emozioni e non potendo a lungo negare quanto accaduto, la lutto cataniafase successiva, consiste proprio nell’acquisirne consapevolezza. È una fase in cui si oscilla tra disperazione ed apatia, la persona comincia ad accettare la perdita ma tende a chiudersi in sé stessa, a diventare apatica ed indifferente, tante volte non riesce a dormire, perde peso, sente quasi che la propria vita abbia perso di significato, dunque non riesce a provare interesse per i progetti futuri. La grande delusione è comprendere che il proprio caro non tornerà indietro e la realtà non potrà cambiare, ciò che resta sono i ricordi, i momenti trascorsi insieme e il legame che ha unito le persone in vita. Tra le emozioni preponderanti vi è la paura di dimenticare il proprio caro. È questo il tempo nel quale occorre aiutare la persona a mantenere vivo il ricordo attraverso racconti di momenti di vita passati insieme. Spesso in famiglia si evita l’argomento, diminuisce la comunicazione e ci si isola all’interno del contesto di appartenenza, mentre invece una modalità efficace per vivere la perdita nel miglior modo possibile, è dato proprio dalla qualità delle relazioni familiari. Più esse sono insoddisfacenti e più l’evento morte sarà visto come negativo e fonte di stress.

Ancor più delicato se l’evento luttuoso coinvolge in prima persona i bambini. Essi vanno coinvolti nella “ricostruzione dell’evento” anche attraverso foto e disegni dei bei momenti trascorsi insieme per aiutarli a conservare il positivo di quella relazione.

Sebbene il lutto sia un normale processo che prima o poi coinvolge ciascuno di noi, chiedere un supporto psicologico in alcuni casi va preso in considerazione. In situazioni di lutto è difficile, ma a volte necessario laddove a distanza di tempo ci si renda conto che forse non lo si sta gestendo nella maniera più opportuna. Ne sono esempi i casi in cui la mancata elaborazione del lutto può condurre alla depressione ed al ritiro sociale. Un sostegno psicologico per il lutto, non significa aiutare la persona a non soffrire più, quello sarebbe irrealistico, significa invece trasformare le emozioni di rabbia, paura e senso di colpa, in ricordi e senso di vicinanza sebbene il proprio caro non sia più presente fisicamente. Significa riconoscere le emozioni provate e ricevere il supporto di un professionista in un momento in cui ci si sente spesso soli, abbandonati ed impotenti.

Dott.ssa Claudia Giusi Giuffrida Psicologa