Tristezza e depressione natalizia

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Le festività natalizie, spesso attese e desiderate dai bambini, si rivelano per chi sta male, fonte di disagio e periodo di aggravamento delle proprie condizioni di salute con annesso peggioramento d’umore.
Per chi è solo o sta affrontando un periodo particolarmente negativo, l’arrivo delle festività si rivela una sorta di conferma della propria solitudine, del fatto di non avere qualcuno con chi passarlo, o si riaccendono tristi ricordi ed esperienze passate.

Per chi è giovane ciò può accadere perché ci si trova a vivere un periodo di grandi cambiamenti, o perché la tristezza provata per certi avvenimenti, come la fine di una relazione, la perdita di un amico o la separazione dei genitori spinge a ripensare a quando si era piccoli e il Natale era il momento più atteso dell’anno, quello in cui si era felici, ci si riuniva e si ricevevano regali.

Anche per gli anziani il Natale può essere periodo di tristezza e malinconia, a volte proprio perché in pochi giorni si trovano circondati da figli, nipoti e parenti, per poi ritrovarsi nei giorni successivi soli come per gran parte dell’anno. Inoltre, soprattutto agli anziani, pesa molto la mancanza di un familiare deceduto con cui si era soliti celebrare le festività negli anni precedenti.

Un altro fattore che spesso accentua la tristezza natalizia, è l’avvicinarsi alla conclusione di un anno, ed è inevitabile fare i conti di ciò che è avvenuto, che si è vissuto e raggiunto durante l’anno. Si ripensa ai successi, traguardi raggiunti, desideri ed obiettivi realizzati, con chi li abbiamo condivisi, ma anche cosa non siamo riusciti a concretizzare, le occasioni perse, e ancora cosa avremmo potuto fare in più ma che non siamo riusciti a raggiungere. In base a queste valutazioni proveremo un sentimento più o meno positivo o negativo. Inoltre spesso la fine di un anno, comporta ansia e preoccupazione per il nuovo anno in arrivo, un cambiamento verso l’ignoto dove vengono riversate le speranze per un futuro migliore.

Altro discorso per chi per motivi di salute si trova a trascorrere le festività in ospedale, o in strutture protette a causa delle proprie condizioni di salute. E’ inevitabile paragonare la propria vita a “chi sta meglio”.

Alcuni consigli per vivere al meglio i giorni natalizi:

  • Smetterla di autocommiserarsi e pensare che la vita degli altri sia migliore della propria,anche gli altri pur in apparenza felici possono nascondere sofferenze e problematiche;
  • Evitare aspettative eccessive e vivere il Natale come una “festività normale”;
  • Non formulare propositi di cambiamenti troppo rivoluzionari dopo Capodanno, il rischio di non soddisfare totalmente le proprie aspettative farebbe sperimentare il senso di fallimento;
  • Proporsi obiettivi realistici, organizzare il proprio tempo, fare liste, priorità, fare un budget e seguirlo;
  • Accettare la possibilità di essere tristi o malinconici, sono sentimenti normali particolarmente sotto Natale;
  • Non lasciarsi sopraffare dallo stress tipico delle festività natalizie.

Per concludere, se vi rendete sempre più conto che non gioite più come un tempo, non riuscite ad apprezzare ciò che di bello vi circonda,  regalatevi  un nuovo anno in cui dedicherete maggiore attenzione e cura a voi stessi.

Dott.ssa Claudia Giusi Giuffrida Psicologa

Tecniche di rilassamento

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La vita di tutti i giorni, ricca di impegni, scadenze ed eventi caotici e stressanti, impone ritmi calzanti che concedono sempre meno tempo per prendersi una pausa e godere di un po’ di riposo.

Non è facile rilassarsi in mezzo alle molte tensioni che la vita ci propone, spesso inoltre non si riesce a trovare il tempo o l’ambiente giusto per farlo; mentre altre volte ancora, non si conoscono le giuste tecniche di rilassamento.

Il momento ideale per rilassarsi è la sera, un attimo prima di coricarsi. Tuttavia dopo aver imparato ad ascoltare il proprio corpo abbandonarsi diventa più facile e lo si può fare in qualsiasi momento, per ritrovare energie al lavoro o per calmarsi dopo un lungo litigio.

Gli esercizi di rilassamento mentale, sono ottimi rimedi per contrastare ansia, stress, insonnia, emicrania, nervosismo. Attraverso esercizi mentali, è infatti possibile ottenere benefici a livello respiratorio, circolatorio, muscolare, cardiaco, addominale e cerebrale.

Tra tali tecniche, vi è quella sviluppata negli anni trenta da Schultz, psichiatra tedesco, che mise appunto il Training Autogeno, per far si che i propri pazienti potessero apprendere come modulare le funzioni corporee andando incontro al benessere psico-fisico.

Gli esercizi si attuano un luogo tranquillo, silenzioso, confortevole, ed è bene indossare abiti comodi e confortevoli. Fondamentale è il ruolo svolto dalla respirazione, la quale deve funzionare in maniera progressivamente più automatica e quindi meno controllata.

Il Training Autogeno si compone di sei esercizi che vanno eseguiti per ordine, sotto la guida di psicologi o professionisti della relazione d’aiuto specificamente formati. Lo scopo della guida è infatti quella di mettere il soggetto in grado di apprendere ed in seguito poter eseguire il training da solo.

Orientamento scolastico/universitario/professionale

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Di fronte a un’offerta formativa sempre più frastagliata e alla crescente complessità del mercato del lavoro, fare la scelta giusta per il proprio futuro non è facile. Per tale ragione rivolgersi ad uno Psicologo può essere il passo giusto da fare per essere sostenuti ed aiutati durante un momento di difficoltà nel compiere la propria scelta scolastica, universitaria e/o professionale.

Il servizio è infatti rivolto non solo agli studenti che si apprestano a passare da un grado di istruzione ad uno superiore, ma anche a quanti si avviano al mondo del lavoro, o quanti per svariati motivi necessitano di riorganizzare e ridefinire il loro percorso lavorativo.

Il servizio consiste in un percorso di guida ed aiuto individuale, centrato sulla persona, in cui il soggetto viene facilitato nell’ acquisire tecniche di decision making, ovvero prendere maggiore consapevolezza di sé, dei propri interessi (scolastici e/o professionali), dei valori di cui dispone, delle proprie capacità e attitudini. L’efficacia dell’intervento, deriva infatti dal lavoro svolto su sé stessi per cogliere le proprie caratteristiche e poter maturare e definire in piena autonomia il proprio obiettivo orientativo.

Una volta acquisita maggiore consapevolezza delle risorse di cui si dispone, occorre implementare le conoscenze relative al mondo universitario e lavorativo, in modo da disporre un Piano d’Azione personalizzato per rendere concreta la scelta scolastica, universitario o professionale.

Il servizio viene articolato in un ciclo di almeno 3/4 incontri della durata di 1 ora ciascuno. Nella prima sessione si individuano i bisogni ed i conseguenti obiettivi da raggiungere, mentre nei successivi incontri si passa alla realizzazione del Piano d’Azione individualizzato.

Di preciso a chi si rivolge?
Possono fare richiesta di orientamento persone di qualsiasi età ed in qualsiasi momento della propria vita che necessitano supporto e sostegno, tuttavia il servizio è maggiormente indicato a:

  • studenti della scuola media superiore, in particolare chi frequenta gli ultimi anni e si appresta ad effettuare una scelta formativa;
  • studenti universitari incerti e titubanti riguardo la facoltà scelta e che desiderano un supporto per un’eventuale ridefinizione del proprio piano alternativo di formazione;
  • laureandi e neolaureati alla ricerca di un supporto e/o confronto sulle scelte successive;
  • studenti e/o professionisti alla ricerca di un metodo per procedere nella scelta e che pertanto desiderino anche approfondire gli sviluppi, le conseguenze e le motivazioni sottesi alle scelte;
  • giovani o meno giovani che intendono entrare o rientrare nel mondo del lavoro o che vi siano entrati e che, a fronte di aspettative disattese, desiderino approfondire una maggior conoscenza di sé e del mercato del lavoro e delle opportunità di crescita;
  • persone di esperienza lavorativa che desiderino o necessitino affrontare un cambiamento professionale.

Riabilitazione Equestre

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E’ ormai largamente diffusa la consapevolezza di come gli animali abbiano innate capacità “terapeutiche”, che generano benefici, alleviano la sofferenza e migliorano lo stato di salute generale. Nel caso di riabilitazione praticata per mezzo del cavallo, si fa riferimento alla riabilitazione equestre. Essa costituisce un’importante risorsa sul piano riabilitativo, rieducativo e di integrazione sociale per persone con disabilità neuromotoria, psichica, cognitiva, oltre a rappresentare un valido strumento rieducativo anche per soggetti con disagio sociale, tossicodipendenti, ecc.

L’instaurarsi di una complessa interazione cavallo/cavaliere, fondamentale per tutti i soggetti e in particolare per quelli con problematiche psichiche, così come la peculiarità della “posizione” assunta a cavallo e delle andature dell’animale risulta estremamente utile per il trattamento di soggetti affetti da patologia neuromotoria.
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Numerosi sono i benefici, tra cui:

  • Incremento e miglioramento della motricità;
  • Incremento del senso di equilibrio, della coordinazione e regolarizzazione del tono muscolare;
  • Miglioramento dell’orientamento spazio-temporale e dei tempi di reazione e risposta agli stimoli;
  • Incremento dell’autocontrollo e riduzione delle stereotipie;
  • Potenziamento dell’autostima e autonomia;
  • Incremento delle capacità di attenzione e concentrazione;
  • Potenziamento delle capacità mnestiche e della comprensione delle consegne;
  • Stimolazione della comunicazione verbale e non verbale, miglioramento della socializzazione e interazione con gli altri.

 

Sostegno Psicologico

ambiti di intervento psicologo Catania

Ciascuno di noi, nell’arco della propria vita, fa esperienza di periodi stressanti, di malessere o di forte cambiamento. Solitamente, anche se non ce ne rendiamo conto, mettiamo in atto risorse che ci permettono di superare i momenti di crisi e di andare avanti voltando pagina. Tuttavia, in alcuni particolari momenti, può accadere che ci sentiamo scoraggiati, sfiduciati, in balìa degli eventi o ci si senta bloccati in una situazione di disagio o malessere.

E’ in questi momenti che interviene la figura dello Psicologo, attraverso un supporto finalizzato ad alleviare il disagio e introdurre un cambiamento.

Analizzare ed elaborare i propri pensieri e vissuti emotivi, acquisire maggiore competenza nel gestire le proprie emozioni, potenziare la propria autostima, imparare tecniche che permettano di attenuare e far scomparire i sintomi di malessere, sono solo alcuni esempi dei possibili interventi.

sostegnopsicologico

Il sostegno psicologico si basa su di una relazione empatica, durante la quale non ci si concentra solamente sul problema e sugli aspetti negativi, ma si concordano obiettivi da raggiungere e si delinea un programma terapeutico che mira a valorizzare e potenziare le risorse inespresse dell’individuo. attuata per ascoltare, interagire e supportare.

Solo così sarà possibile fronteggiare una situazione stressante, superarla e uscirne arricchiti, rafforzati e maggiormente fiduciosi nelle proprie capacità.

Il passo iniziale sta nel riconoscere di avere un problema che blocca, che non fa avanzare, in modo da intraprendere con consapevolezza un percorso che porterà ad uscire dalla crisi, ad eliminare i sintomi, a migliorare l’autostima e il senso di efficacia, a trasformare il dolore e la rabbia, ad accettare il cambiamento, per poter acquisire un nuovo modo di vivere al meglio il proprio presente, la propria vita.

Il sostegno psicologico può essere rivolto al singolo individuo, alla coppia, alla famiglia, e può avere una durata soggettiva e pertanto variabile. Può ritenersi concluso nel momento in cui siano stati raggiunti gli obiettivi preposti, siano state potenziate le risorse, il senso di fiducia, la capacità di agire e sia stato alleviato il disagio.

Se vuoi intraprendere un percorso psicologico, ti consiglio di prendere visione degli ambiti di intervento di cui mi occupo (ansia, depressione, attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo ecc…). Clicca qui per maggiori informazioni.

Se, inoltre, vuoi richiedere una consulenza psicologica ma ti trovi in un’altra città o preferisci effettuare un percorso di sostegno psicologico online, puoi trovare maggiori informazioni qui.

Pet Therapy

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Con il termine pet therapy, si intende una terapia basata sull’interazione uomo-animale, che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo. 

La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare un rapporto emotivo con il paziente e stabilire tramite questo rapporto sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico, sia stimolare la partecipazione attiva del paziente.

È nel 1960 che lo psichiatra infantile Boris Levinson enunciò per la prima volta le proprie teorie circa i benefici psico-fisici derivanti dalla compagnia di alcuni animali, come egli stesso riscontrò con alcuni suoi pazienti in cura.

Oggi la pet therapy, che solo recentemente ha ottenuto il giusto riconoscimento, trova ampia applicazione in svariati settori socio-assistenziali, tra i quali case di cura, di riposo, corsie di ospedali, comunità psichiatriche.

Tra gli animali maggiormente scelti per operare negli interventi assistiti con gli animali, vi sono il cane, gatto, coniglio, cavallo ed asino. Tuttavia è fondamentale individuare l’animale adatto per il singolo paziente, poiché ogni patologia, disposizione e preferenze personali, capacità psico-fisiche e presenza di possibili fobie specifiche, possono dirigere la scelta dell’animale da una parte piuttosto che un’altra. Ogni animale ha i suoi pregi, per tale ragione occorre individuare con saggezza quello maggiormente idoneo al soggetto, scegliendolo tra fedeli collaboratori come loro sanno essere.